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Author Archive Giuseppe Montagnese

CEDU: l’extracomunitario pericoloso può essere espulso, non è violato il diritto alla vita privata

Pronunciandosi su un caso “italiano” in cui si discuteva della legittimità della decisione delle autorità italiane di respingere la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno di un cittadino marocchino in quanto soggetto socialmente pericoloso e la sua conseguente espulsione verso lo Stato di appartenenza, la Corte EDU ha escluso che vi fosse stata una violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (diritto al rispetto della vita privata). La Corte ha deciso di esaminare la denuncia dell’extracomunitario ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione EDU sotto il profilo della violazione del diritto alla vita privata, analizzando nel merito la situazione del ricorrente – in particolare, trattandosi di un uomo di 39 anni non sposato, senza alcun legame specifico di dipendenza verso i suoi familiari, tutti adulti – escludendo che si versasse nell’ambito della “vita familiare” ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione. La Corte (sentenza 14 febbraio 2019 n. 57433/15) ha ritenuto che i giudici italiani, che si erano espressamente richiamati all’articolo 8, avessero preso in esame l’interesse del Narjis alla protezione della sua vita privata rispetto all’interesse dello Stato volto alla protezione dell’ordine pubblico, applicando i criteri fissati dalla Corte EDU in materia. In particolare, si è osservato che, in considerazione dei precedenti penali risultanti dal casellario giudiziale a suo carico, l’uso regolare di sostanze stupefacenti da parte del medesimo e l’apparente impossibilità del medesimo di essere inserito in un percorso professionale, le autorità italiane avevano legittimi motivi per dubitare della solidità dei suoi legami sociali e culturali con il paese ospitante.

Articolo a cura di di Alessio Scarcella – Consigliere della Corte Suprema di Cassazione

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Sea watch, Corte di Strasburgo: no sbarco migranti ma assicurare cure, cibo e acqua

La Cedu “non ha accolto le richieste dei richiedenti di essere sbarcati” ma ha chiesto al governo di “tenerla informata sugli sviluppi”. Conte: 5 Paesi disponibili a ricollocamento. Macron: Francia non si sottrae. Oltre 130 dispersi al largo delle coste di Gibuti

La corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo si pronuncia sul caso della nave Sea watch 3, ormeggiata da giorni in rada davanti a Siracusa con a bordo 47 migranti e in attesa di un porto. La Corte “non ha accolto le richieste dei richiedenti di essere sbarcati”, ma ha chiesto all’Italia di “prendere il prima possibile tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua”. Per i minori non accompagnati, inoltre, è stato chiesto al governo di garantire anche una “tutela legale” adeguata. Intanto, oltre 130 migranti vengono dati per dispersi dopo che due barconi sui quali viaggiavano si sono rovesciati al largo delle coste di Gibuti.

La decisione della Corte

La Corte, che ha deliberato a maggioranza in base alla cosiddetta regola 39, ha anche “richiesto al governo di tenerla regolarmente informata sugli sviluppi della situazione” a bordo della nave e ha deciso che le misure d’urgenza adottate oggi resteranno in vigore fino a un’ulteriore notifica. La Corte si è pronunciata su due richieste giunte dalla nave, con le quali si domandava di ordinare all’Italia lo sbarco dei 47 migranti a bordo perché, secondo quanto reso noto, “la situazione della nave è precaria e i migranti non sono in buone condizioni fisiche”. La prima è arrivata il 25 gennaio. A farla sono stati il capitano, il capo della missione di salvataggio della Sea Watch e uno dei migranti a bordo. La seconda è arrivata ieri ed è stata inviata dai 15 minori a bordo. La Corte, prima di pronunciarsi, ha inviato una serie di domande sia alle autorità italiane sia alla stessa Sea Watch.

Conte: 5 Paesi hanno dato disponibilità per ricollocamento

Del caso della Sea watch è tornato a parlare anche il premier Giuseppe Conte. La vicenda, ha detto dal vertice ‘Med7’ di Cipro, “evidentemente denuncia l’incapacità di gestire con meccanismi condivisi europei questo fenomeno”. “Colgo l’occasione – ha aggiunto – per manifestare un ringraziamento ai Paesi amici che hanno dato disponibilità nella prospettiva di una redistribuzione” dei migranti. Conte ha spiegato di aver “sollecitato i miei colleghi a cercare, soprattutto noi del sud Europa, di trovare gli strumenti e la forza per convergere verso un meccanismo condiviso”. Secondo il premier, per il ricollocamento hanno dato disponibilità “Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta”. Conte ha annunciato per stanotte “un vertice con i vice premier e si parlerà anche di Sea Watch”. Entrambi, Salvini e Di Maio, chiedono che a farsi carico dei migranti sia l’Olanda, Paese di bandiera della nave.

Macron: Francia non si sottrae a redistribuzione migranti

Da Cipro è intervenuto anche il presidente francese Emmanuel Macron. La Francia, ha confermato, ha sempre partecipato alla redistribuzione dei migranti, “lo dico in modo chiaro anche per le 47 persone a bordo della nave” Sea Watch 3. Poi ha aggiunto: “Per la Sea Watch 3 bisogna applicare tre principi: il principio dello sbarco nel porto più vicino, cioè l’Italia, il principio della distribuzione dell’onere”, dal quale la Francia non si è mai sottratta, “e infine il diritto, ovvero dobbiamo fare in modo che le Ong rispettino le regole”.

Oltre 130 migranti dispersi

E mentre si cerca una soluzione per la Sea watch 3, in mare continuano i viaggi dei migranti. L’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni ha fatto sapere che oltre 130 persone vengono date per disperse dopo che due barconi sui quali viaggiavano si sono rovesciati al largo delle coste di Gibuti. La stessa fonte ha riferito che un suo team è sul posto e ha recuperato un sopravvissuto che ha raccontato di essersi imbarcato su una delle due barche insieme ad altre 130 persone. Secondo quanto ha riferito la polizia, finora sono stati recuperati cinque cadaveri. Testimoni hanno raccontato che le due imbarcazioni erano sovraccariche e si sono rovesciate circa mezz’ora dopo esser salpate. Migranti dalla regione del Corno d’Africa spesso salpano dalle coste di Gibuti per traversare lo stretto di Bab al-Mandab diretti verso la penisola araba, con la speranza di trovare lavoro nei ricchi Paesi del Golfo.

Articolo pubblicato su SkyTg24 il 29/01/2019

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